C’era un vespasiano liberty meraviglioso accanto allo Zoja che un bel giorno è stato prelevato con una gru dicendo che doveva essere restaurato, cosa che se fosse stata c’era poteva essere benissimo fatta sul posto. Successivamente è stato detto che doveva essere restaurato x essere spostato in una piazzola creata appositamente nel parco Corazza, ancora […]
Leggi di piùBen 176 soragnesi- uomini, donne e bambini- ottengono il passaporto per recarsi negli Stati Uniti D’America, attratti dal miraggio di una facile fortuna. Il loro sogno svanisce però ben presto, perché al porto di Genova trovano una tassa di 500 scudi per il tragitto via mare. La maggior parte di loro è quindi costretta a […]
Leggi di piùOltre gli stessi rotoli, sono anche importanti i vari accessori per ornarli ed utilizzarli. Gli ornamenti sono indispensabili per sottolinearne la la dignità regale; il Rotolo viene avvolto prima in una fascia, mappàh, un manto meil, una piastra d’argento, tass puntali rimmonime la corona keter.👑 Un ebreo osservante ha il dovere di scrivere un Rotolo […]
Leggi di piùLa Sagra dell’Addolorata si avvicina! Una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi: pensate, si festeggia dal 1496. A volerla l’Ordine dei Serviti, che si presero cura del convento e della Chiesa della Visitazione poi demolita nel tempo. Nel settembre 1944 il Paese si rivolse ancora alla Madonna per scongiurare pericoli e […]
Leggi di piùIn un diploma di Liutprando, re dei Longobardi, datato 2 Agosto, si trova citato per la prima volta il nome di Soragna, e più precisamente la Corte di Soragna, con le sue chiese. Fonte: “Soragna nel cassetto” di L. Faroldi e B. Colombi In foto: il fortino romantico della Rocca di Soragna che si affaccia […]
Leggi di piùDurante la Seconda Guerra Mondiale alcune centinaia di slavi, tra cui molti ebrei, sono confinati in varie località della provincia; a Soragna alcuni trovano rifugio nelle case dei Levi, dei Bassani e nella Locanda Del Lupo. Le testimonianze ci raccontano degli aiuti prestati ai perseguitati da parte del parroco e della gente locale; dopo l’8 […]
Leggi di piùLa serie di sale occupante il primo piano dell’ala Est è rinomata come “Appartamento nobile” . Venne arredato nel 1861 da Giampaolo Meli Lupi, primo Principe del Sacro Romano Impero e di Soragna e Grande di Spagna, in occasione delle proprie nozze con Ottavia Rossi di San Secondo. Foto a cura dell’Ufficio Turistico di Soragna. […]
Leggi di piùCassandra Marinoni, la cui immagine è legata alla leggenda di “Donna Cenerina” della Rocca di Soragna, è stata una nobildonna italiana. Cassandra nasce a Milano nel 1503 circa, da Gerolamo Marinoni e Ippolita Stampa. Nel 1548 a Cassano D’Adda, contrae matrimonio con Diofebo II Meli Lupi, condottiero e marchese di Soragna dal 1543 al 1591. […]
Leggi di piùAggiudicato al comune di Soragna nel 1890 dalla Società D’Incoraggiamento, è caratterizzato dall’unico elemento che lo lega all’opera “Casa padronale con stagno” finita nel palazzo comunale di Fontevivo, ovvero la diagonale che taglia la composizione in una parte chiara ed una scura. Come ha già sottolineato lo storico Giovanni Godi, il cristallino sentimento giovanile dell’artista […]
Leggi di più1800: IL TRASPORTO DEL LATTE AL CASEIFICIO MELI LUPI Il conferimento al caseificio era fatto due volte al giorno dalla figlia primogenita che, diviso il latte in due secchie appoggiate ad una asta di legno sulla spalla, si avviava a piedi al caseificio che non distava più di due chilometri. Il cammino doveva essere tranquillo, […]
Leggi di piùIL MONDO CONTADINO DI SORAGNA Oggi riscopriamo l’utilizzo di alcuni strumenti di uso comune nella quotidianità contadina di un tempo, Da sinistra, la “verga” ovvero il correggiato, strumento che oggi giorno è stato sostituito dalle trebbiatrici e che veniva usato all’epoca per la “battitura del grano”. Come possiamo notare dalla fotografia, l’attrezzo consisteva in due […]
Leggi di piùPasseggiate nel verde della Val Baganza, immersi nella natura, non troppo lontano dalla città.
Leggi di piùTesto Bruno Colombi: “Veduta del Lago Maggiore” , olio su tela. L’artista frequentò la Scuola di paesaggio presso l’Accademia, sotto la guida di Guido Carmignani, ed il paesaggio nelle sue molteplici espressioni fu il tema ricorrente nelle sue opere. Il quadro nel 1874 venne sorteggiato al Comune di Soragna. La composizione scenica è rappresentata dal […]
Leggi di piùAllievo di Francesco Scaramuzza nell’Accademia di Parma, l’artista presenta un piacevole quadretto di vita domestica, in cui spicca la garbata e compiaciuta attenzione delle due giovani figure femminili intente ad osservare i movimenti del parroco mentre mostra loro un piccolo oggetto che tiene fra le mani. Di sicuro effetto anche la luce proveniente da una […]
Leggi di piùNei prossimi giorni a venire, ripercorreremo la storia di otto pittori nonché autori dei bellissimi quadri che sono pervenuti a Soragna e che conferiscono una certa eleganza alla Sala Del consiglio, dove sono esposti. Si tratta di tele eseguite da pittori dell’Ottocento, giunte al comune di Soragna, grazie alla sua partecipazione alla società D’Incoraggiamento che […]
Leggi di piùE’ una corte bellissima e abbandonata da tempo che, all’epoca delle risaie era anche divenuta fabbrica. E costituita da la facciata principale e le ai fianchi. C’è pure una cappellina abbandonata. Mi piacerebbe creare un gruppo che come me vorrebbe far rifiorire la Corte e magari realizzarci feste contadine e medievali.
Leggi di piùIL TABACCO E LE TABACCHINE: Quando accendete un sigaro, si riaccende la memoria di un passato ormai lontano che coinvolse la partecipazione lavorativa femminile nelle campagne emiliane del dopoguerra: Le tabacchine. 🌿 Marco Minardi, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma e storico dell’Emilia contemporanea, rende loro omaggio nel suo libro “Stanche […]
Leggi di piùLa prima ricetta conosciuta con il formaggio di Parma è quella della Torta Parmesana che è un piatto trecentesco costituito da un elenco impressionante di ingredienti e che testimonia la notorietà della cucina parmigiana nell’Italia di allora. Nel ‘400 il maestro Martino De’Rossi, cuoco di casa Trivulzio a Milano, nel suo ricettario cita una Suppa […]
Leggi di piùSu gentile concessione del collezionista Mauro Parizzi, proprietario del Museo Della Civiltà Contadina di Soragna, possiamo dare uno sguardo al passato ed ammirare, con i nostri occhi, ormai abituati ad un mondo digitalizzato, quegli svaghi che erano a disposizione dei più piccoli. Si tratta di giocattoli frutto della creatività e dell’ingegno che venivano impiegati nella […]
Leggi di piùUn interessante estratto dal libro “Jupa Jupa Cavalòn il dialetto di Soragna parole dal dialetto all’italiano, manuale di conversazione” a cura di B.Colombi e L. Faroldi. Vale la pena porre attenzione anche sul dialetto come elemento parte del patrimonio culturale e del passato, che tra una parola e l’altra in dialetto, riaffiora ai giorni nostri […]
Leggi di piùNonna Maria è nata a Casalmaggiore nel 1901. Dopo il matrimonio con Nonno Dirceo viene a stare nella Bassa Parmense. Seguendo il Nonno, che faceva il casaro, si sposta in diverse località, Colorno, Bianconese, Baganzola, San Secondo. Il suo dialetto risente molto delle inflessioni cremonesi miste al parmigiano della bassa. Abbiamo cercato di rendere con […]
Leggi di piùCucù Cucù cucù da la penna in co dimm un po’ quant’àni ho Spiega meglio Nonna Maria: – Quant’ a gh’era ‘l cucù ch’al cantäva alóra zbrajäven: “Cucù da la pènna in co, dimm un po’ quant’àni ho” e dòpa al fäva: cucù cucù e dòpa ja contäven. – La Peppina Uno due tre la […]
Leggi di piùIl giornale locale ci ha raccontato delle due maestà con le madonnine che sono rimaste in piedi, a Sauna, in mezzo alla terra smossa dalla spaventosa frana del 2013. Le maestà con le immagini sacre venivano messe nei campi esattamente per quel fine, proprio per … “tener su le frane”! Le frane erano il risultato […]
Leggi di piùAl lavór ed la fésta al va fóra d’la fnéstra. Il lavoro della festa esce dalla finestra cioè non rende. T’em pär na pita insapläda Mi sembri una tacchina con le zampe piene di fango, detto di donna con gli stivali Masa, pela, cóza e magna Uccidi, pela, cuoci e mangia, fai cose in rapida […]
Leggi di piùE’ un’immagine scolpita del santo protettore, posta all’angolo nord occidentale della casa colonica, che, col maiale, il bastone e il campanello, ricorda come l’allevamento di questo animale onnivoro e generoso, sia stata alla base della economia delle famiglie dei secoli scorsi. Testimonia anche il sentimento religioso dei conti Caumont Caimi, proprietari di questa fattoria denominata […]
Leggi di piùE’ l’immagineche ricorda il santo protettore dei casari, vissuto sulle montagne del Comasco tra il XIII e il XIV secolo. Egli, pastore, donava ai poveri il formaggio che riceveva come paga e che continuava a moltiplicarsi. Fu ucciso dal padrone, che vedeva in lui un intralcio ai suoi guadagni. I casari, spesso, chiamano Lucio il […]
Leggi di piùE’ un’antica e datata testimonianza di un locale dove era allevato il maiale in una fattoria della nostra collina. Era un fabbricatello staccato dalla casa, col porcile in basso e sopra il pollaio. In pietra e mattoni intorno alla porta e alla finestra, in origine mancava del prolungamento a destra, aggiunto successivamente. In alto la […]
Leggi di piùA Carnevale: andavamo di casa in casa a chiedere qualcosa da bruciare, di solito ci davano gli alberi di Natale che venivano scartati, altri si rifiutavano, allora noi ripassavamo di sera, col buio, e rubavamo una fascina. Tutte le cose che avevamo ammucchiato, la sera di Carnevale venivano bruciate in un falò chiamato galinèla che […]
Leggi di piùAl di là dell’indubbio valore storico-artistico della pieve medievale di Sasso, questo luogo è importante perché testimonia la presenza dei Longobardi, un popolo che – sebbene oggi sconosciuto ai più – ha lasciato una impronta importante su tanti aspetti sia della cultura italiana in generale che dell’area di Parma. Insomma…c’è un po’ di longobardo in […]
Leggi di piùI luoghi di aggregazione erano le stalle. Io ho fatto appena in tempo a vedere quando i vecchi ci andavano, di sera, per la vèja (veglia) e raccontavano tutte queste storie, come quelle della Spozéta. Le donne stavano là ad ascoltare perché ai tempi non potevano parlare molto, avevano il compito di sfogliare i rami […]
Leggi di piùÈ proprio nelle osterie e nelle strade che è nata la prima Corale di Monchio, antenata del Coro Due Valli, in cui canto oggi. Come mi ha raccontato Gino Mansanti, testimone degli esordi della Corale e suo primo direttore, nell’immediato dopoguerra i giovani si ritrovavano volentieri, alla sera, nelle strade e nei locali pubblici per […]
Leggi di piùIn inverno l’uccisione del maiale era giorno di festa: la cantina si riempiva di ogni ben di Dio, tanto che mi sembrava di essere ricco, anche se in realtà non era proprio così. Il tutto avveniva nei primi freddi e nelle prime gelate di novembre o dicembre. Ogni famiglia generalmente possedeva almeno due maiali, uno […]
Leggi di piùI luoghi di aggregazione della mia gioventù erano legati sia alle ricorrenze religiose, come il dopo messa, il rosario nel mese di maggio o il vespro domenicale, sia alla vita del paese come la scartociada (spannocchiatura della melica), la vendemmia o ancora la sagra. Alla domenica dopo la messa, mentre gli adulti si fermavano a […]
Leggi di piùAppena “sbarcata” a Parma qualche anno fa ho cominciato subito a sentir parlare di un fantomatico posto dove mangiare panini indimenticabili. Tutti, autoctoni e non, mi dicevano: “una volta ti ci devo assolutamente portare”. Poi un giorno, parlando al telefono con un collega, l’ho sentito ordinare un “cavallo piccante”… e non ho più resistito! Alla […]
Leggi di piùA me piaceva molto cucinare, andavo a raccogliere io i funghi per la polenta che preparavo nella mia osteria a Casarola. Facevo tutto in casa: i tortelli, i cappelletti, la pastasciutta. Tutti dicevano che era buono, ma allora c’era anche un po’ di fame. Attilio Bertolucci andava matto per i miei tortelli d’erbetta e ricotta, […]
Leggi di piùUn piatto tipico che emerge nella mia memoria, nei miei ricordi d’infanzia è la soladéla, una specie di torta cotta al forno in un tegame, fatta con il colostro di vacca. Mia madre, quando avevamo ancora la stalla, a fine anni Sessanta, la preparava utilizzando quel latte di colore giallo, molto sostanzioso – il colostro […]
Leggi di piùDella mia infanzia mi ricordo in particolare il profumo della stalla, delle mucche e il sapore del latte appena munto. Se penso a un piatto tipico mi viene in mente il riz dal latt coi gusòn (riso nel latte con le castagne essiccate). Se chiudo gli occhi sento ancora il sapore. Si facevano bollire i […]
Leggi di piùIo mi ricordo in particolare la torta fatta col sangue del maiale, il miaŝŝ, di cui parlava Ezio. Una volta che il maiale era stato ucciso, si raccoglieva il sangue in un catino. Questo però tendeva a fare i grumi, quindi mia zia prendeva il sale grosso, lo metteva dentro al sangue e poi cominciava […]
Leggi di piùI brontlìn sono un piatto molto semplice, un’antica ricetta a base di farina di castagne. Si prepara una pentola con mezza dose di acqua e mezza dose di latte, poi si fa scaldare fino quasi all’ebollizione, quindi si aggiunge lentamente la farina di castagne; successivamente si mescola con un cucchiaio di legno fino ad avere […]
Leggi di piùUn profumo come quello del pane cotto nel forno a legna mi fa tornare indietro nel tempo. Gustare il pane caldo appena sfornato è un’emozione unica e indescrivibile. La preparazione del pane spettava alla donna di casa e solitamente avveniva una volta alla settimana. Si trattava di un procedimento molto lungo che iniziava la sera […]
Leggi di piùCe n’erano di partigiani a Casarola, c’era una squadra che veniva sempre nella mia osteria: erano dei nostri, non di via. Io avevo quindici/sedici anni, mia mamma faceva da mangiare, davamo loro quello che c’era. Mio papà el masava sempre ’l nimal (uccideva sempre il maiale), allora offrivamo pane e salame: i partigiani mangiavano sempre […]
Leggi di piùDurante il rastrellamento dei primi di luglio del 1944, la mia famiglia aveva ospitato a Pianadetto un ebreo, nella parte della casa appena sotto o stréd, la soffitta, chiamato o stradèl, basso con una finestrina che dava sull’albergo. Davanti alla porta avevamo messo una vetrina perché non si aprisse. Il suo nome non lo sapevamo, […]
Leggi di piùPer quanto riguarda il terribile rastrellamento del luglio ’44, so che mio padre, Luigi Rozzi, classe 1903, per sfuggire ai nazisti che catturavano tutti gli uomini e i giovani per deportarli in Germania si era travestito da donna, approfittando del fatto di avere una corporatura minuta. Si era messo un fazzoletto e un gran cappello […]
Leggi di piùMio nonno materno, Otello Malmassari, era molto riservato, non gli piaceva raccontare cos’aveva fatto. Ho scoperto, intervistando mio zio Claudio, che era il comandante dei partigiani della parte alta dell’Appennino, della zona di Rigoso, Rimagna, Trefiumi. Lui non me l’ha mai detto. Il suo distaccamento normalmente era di stanza fra Monchio ed il passo del […]
Leggi di piùIo porto la storia di mio nonno materno Bruno Schianchi, classe 1920, nato a Langhirano, a cui io ero legatissima. Purtroppo è morto quando io ero poco più di una bambina e, come il nonno di Marco, non amava per niente parlare del periodo della guerra, del partigianato: mi dispiace perché da lui ho avuto […]
Leggi di piùLa resistenza appartiene alla storia della mia famiglia, sia da parte materna che da parte paterna. […] per quanto riguarda la parte di mio padre, entrambi i rami sono coinvolti, sia i Ponticelli che i Boraschi. Mio nonno paterno Giacomo Ponticelli, classe 1923, era il comandante del distaccamento Nadotti, inquadrato poi nella 47^ brigata Garibaldi. […]
Leggi di piùSulla provinciale verso Corniglio, appena usciti dalla località di Beduzzo, sulla sinistra, verso la Parma, ma a pochi passi dalla strada è visibile un edificio complesso, risalente verosimilmente al Quattrocento, ma forse antecedente nella fondazione, che è con ogni probabilità un antico ospedale per i pellegrini. Vi risultava fondato un oratorio, intitolato a sant’Antonio, come […]
Leggi di piùIl castello di Beduzzo, di cui rimane gran poco, dopo la demolizione della torre negli anni sessanta del XX secolo per edificare una casa parrocchiale, era situato dove si trova oggi la chiesa parrocchiale di Beduzzo, settecentesca, sulla sommità di una collina che domina l’ambiente e il transito nella valle. Era parte della rete di […]
Leggi di piùLa storia della mia famiglia è segnata dalla Grande Guerra. Allo scoppio della prima guerra mondiale, due miei avi parteciparono alle battaglie più dure e aspre, due fratelli, di nome Freddi Paolo, di anni ventiquattro, e Freddi Anselmo, di anni ventisei. Freddi Paolo era mio nonno, padre di mia mamma Laura, ed era stato arruolato […]
Leggi di piùPer quanto riguarda l’emigrazione, comincio dal mio nonno paterno, Barlesi Antonio, detto Barlezòn, classe 1865. Come tutti i Barlesi, era calzolaio e, visto che era il primogenito, aveva ereditato la casa paterna, però una frana l’ha distrutta, nel 1885, e lui è rimasto senza. Infatti quando si è sposato si è fatto prestare la giacca […]
Leggi di piùCeda, cippo in marmo e pietra. Qui/nella viridezza della vita/colpito da ferale nemico/Priori Aminta/generoso e forte cadde/consacrando/questa terra/con il sangue dei martiri/ 15.8.1911 22.11.1944 Tra le vittime del rastrellamento di novembre ci fu anche un ragazzo di Antrìa che si chiamava Priori ’Minta [Aminta]: veniva su dalla strada vecchia che da Ceda portava ad Antrìa, […]
Leggi di piùMio zio Igino Priori, il marito della sorella di mia mamma, assieme a Celso Mistrali e Domenico Ricci, era stato catturato durante il rastrellamento del luglio 1944: li avevano radunati davanti al municipio di Monchio, dicendo che non avrebbero fatto niente e invece li avevano deportati in Germania, prima a Dachau e poi a Buchenwald. […]
Leggi di piùpraticamente tutti quelli della mia famiglia sono emigrati, dopo la guerra; qualcuno anche prima, ma quelli non me li ricordo. La maggior parte dei miei è andata via negli anni Cinquanta, in Francia, a lavorare. Uno partiva e come trovava il lavoro, chiamava gli altri, insomma chiamava: non so se o gh’mandava ’n telegrama o […]
Leggi di piùIo vi parlo di un monumento che si trova alla Aostana, a Trefiumi, dedicato a Lidio Ubaldi, un giovane partigiano di Langhirano. Sergio Vicini, che all’epoca era un ragazzo, ha raccontato che il giorno in cui questo ragazzo fu catturato, durante il rastrellamento del luglio 1944, sua madre udì gli spari mentre era intenta a […]
Leggi di piùquest’antica via medievale, che si snoda lungo il confine tra Liguria, Toscana ed Emilia, non è da considerarsi come un unico sentiero, ma come un reticolo di stradine strette e tortuose, disseminate di sassi, dette “mulattiere”, percorse a piedi o con carri trainati da buoi, asini o muli, da cui deriva il nome. Era la […]
Leggi di piùVisto che io sono il ponte tra i due versanti dell’Appennino tosco-emiliano, mi sono un po’ documentata sulle vie di comunicazione tra la Lunigiana e l’Emilia, utilizzate durante il Medioevo, come ha appena detto Vanes, sia dai pellegrini che andavano e venivano da Roma, sia dai mercanti. Le merci più tassate erano frequentemente oggetto di […]
Leggi di piùUn cugino di mio padre, Giacomo Pietrucci, ha preso parte alla guerra di Liberazione nella zona di Monchio, si occupava in particolare di tenere i contatti con la Missione alleata di Charles Holland e Michael Tyler, in modo che le forze partigiane ricevessero i lanci, che venivano effettuati nella zona di Cozzanello. Aveva il grado […]
Leggi di piùSi parla tanto di Valle o Valli dei Cavalieri, ma di chi si trattava in realtà? Da vari studi sembra che nell’881 d.C. l’imperatore Carlo III detto il Grosso abbia assegnato al vescovo di Parma Wibodo un feudo molto ampio che comprendeva le vallate del Cedra e dell’Enza, con al centro il villaggio di Lugolo, […]
Leggi di più[…] Il 1° marzo 2006, nella sala consiliare del Comune di Parma, il titolo di “Giusto tra le Nazioni” è stato assegnato alle famiglie Galvani e Belmessieri, di Caneto. L’onorificenza è stata consegnata a Gina Belmessieri (figlia di Giovanni) e a Renato Galvani (per Pietro e Giovanna) perché dal settembre del ’43 al gennaio del […]
Leggi di piùIo sono troppo giovane per poter raccontare la storia da un punto di vista autobiografico, ma vivo con mio nonno Renzo che di storie me ne ha raccontate sempre molte. Il nonno di mio nonno Renzo si chiamava Luigi Ferrari ed era il fratello del cardinal Andrea Carlo Ferrari, nato a Lalatta, frazione di Palanzano, […]
Leggi di piùIo sono nato a Parma il 2 marzo 1976 e subito dopo qualche giorno mi sono trasferito a Rigoso. Però nei primi anni della mia vita ho abitato al passo del Lagastrello perché mio nonno era guardiano della diga, ho il ricordo di mia nonna che mi inseguiva col piatto in fondo all’Enza perché non […]
Leggi di piùLa spongata è da secoli un dolce tipico della tradizione natalizia di Parma. Costituito da un involucro di pasta avvolgente un ripieno di miele e frutta secca, la spongata perde la sua origine nella notte dei tempi. Alcune di questi dolci recano impressa sulla crosta, come ad esempio quella prodotta a Corniglio, affascinanti e complesse […]
Leggi di piùPoco distante da Sala Baganza e seminascosto dalla vegetazione si nasconde un raro e affascinante acquedotto di probabile origine quattrocentesca. Amato da tanti ma ancora dimenticato dai restauri, l’acquedotto “la Nave”, come alcuni lo nominano, è una preziosa testimonianza delle capacità idrauliche degli ingegneri che anche in età moderna hanno contribuito a rendere ancor più […]
Leggi di piùA Tortiano c’è un luogo che tutti conoscono e sentono proprio: Il Salone, sede della Cooperativa “La Ricreativa”. La sua costruzione, negli anni 50, ha visto coinvolti tutti gli abitanti del paese, che desideravano avere un luogo in cui ballare. Per Santa Liberata, il 18 gennaio, ogni anno nel dopo guerra, si ballava con l’orchestra, […]
Leggi di piùDi grande interesse sono le leggende del nostro territorio, in particolare questa è legata ad una pietra che gli abitanti chiamano Dal pé de znocera, in un bosco ad ovest di Valditacca, vicino alla località denominata “Capan del Carboner”. La leggenda vuole che qui si sia fermata la Madonna mentre saliva sul monte Sillara ed […]
Leggi di piùAlla Madonna del Sasso di Rimagna sono legate numerose leggende e avvenimenti, alcuni raccontati anche in un libro “Pellegrini per un Millenio. La leggenda narra che molti secoli fa, gli abitanti di Rimagna vedevano splendere un lumicino in una località a sud del paese, detta “I Gropp”. Invano alcuni paesani si recarono sul posto; il […]
Leggi di piùAl tempo dei “monti” , la stagione dei fieni, si incontravano sui prati del crinale, verso San Matteo, “cü d’Agna e cü ‘d Musiara” e si salutavano rimandandosi, a voce altissima, punzecchiature di questo genere: “O cü d’Agna, antìgh antìgh, ignurànt ac’mè ‘l furmigh…” E quelli d’Agna rispondevano: “Cü ‘d Müsiara e gh’er’n in ott, […]
Leggi di piùUna leggenda raccontata a Lugagnano riguarda i ruderi del Castellaro, castello importante dei Vallisneri che sovrastava il paese. Un giorno mentre il castellano, uomo potente e molesto, tornava a casa con due amici di Lugagnano, che avevano deciso di tradirlo, si fermò a bere alla fontana chiamata “Fontana Piocioza”, estrasse dalla tasca una tazza d’oro, […]
Leggi di piùQuesta filastrocca che segue serviva come “conta” nei giochi, prima di iniziare un inseguimento o una cerca. Il gioco più semplice era quello universalmente noto: si stava tutti in gruppo intorno al bambino che recitava (cioè “stava sotto”) , poi, nel momento esatto in cui finiva la filastrocca, tutti fuggivano in tutte le direzioni mentre […]
Leggi di piùSi tagliava la buccia di un’arancia a spirale, senza romperla, ( si poteva fare, più agevolmente, con un cartoncino tagliato nello stesso modo) poi si bilanciava su un ferro da calza, la cui punta reggeva il centro della spirale. L’altra estremità del ferro si fissava ad un tappo di sughero o a un pezzo di […]
Leggi di piùAl farlón ( da “furlón”, frullone) = Era un osso di maiale, precisamente della zampa, che si consumava lessata, quindi il gioco cominciava ad essere progettato e pregustato a tavola, mentre qualcuno rosicchiava ben bene l’osso per ripulirlo. E bisognava anche che un adulto fosse disponibile a collaborare perché bisognava, in quell’osso, fare due buchi, […]
Leggi di piùL’asin matt = Si cominciava da un legno robusto, alto circa un metro, piantato nel terreno, con la punta verso l’alto, a fare da perno. Sopra questo veniva appoggiato un palo, lungo almeno quattro metri, con un buco al centro che si adattava al perno, in modo che potesse girare facilmente. Dopo di che i […]
Leggi di piùLa Pèrdga dal lu = La pertica del lupo, consisteva nell’ andare in giro a testa in giù, camminando sulle mani, era una prova di abilità e di forza, come del resto lo sono molti giochi, da sempre. E chissà che cosa c’entrava il lupo, forse dava solo un senso di ardimento e di forza. […]
Leggi di piùIl Monte Caio ha una cima verso la Val Parma, a forma di piramide spaccata, con un vertice appuntito. Si chiama “al Grop”, il Groppo. I giovani che portavano al pascolo le bestie sui prati della cima si divertivano con un gioco sorprendente. Affacciandosi sul precipizio verticale del monte, verso il paese di Agna, potevano […]
Leggi di piùFesta di San Matteo – 21 settembre -Monte Caio. Anni Cinquanta La festa è antichissima, e riunisce sui prati intorno all’eremo di San Matteo, le popolazioni di tutte le valli intorno al Caio. Ci si ritrova, ancor oggi, ma con modalità più moderne. Fino a pochi decenni fa si saliva a piedi, portando cesti di […]
Leggi di piùScampanlà, Far la scampanlà = una specie di pubblica condanna per le ragazze “troppo libere”. I ragazzi del paese si assumevano il compito di andare sotto le finestre della ragazza, di sera, a sbattere campanacci e coperchi e a fare ogni genere di rumori sguaiati, per farle pesare la disapprovazione e la condanna del paese. […]
Leggi di piùE’ uno dei pochi cimiteri rimasti del tempo in cui il terreno di sepoltura si trovava a fianco della chiesa. Sul lato della chiesa una porticina ( detta Porta del Paradiso) dava accesso al camposanto. Questo cimitero è piccolissimo, con una notevole pendenza del terreno e un lato sul vuoto. Ma non sembra abbandonato, nè […]
Leggi di piùAnca custa l’è fatta….a’ dzéva cùl c’l’ava masà su pàdar = “ Anche questa è fatta, diceva quello che aveva ammazzato suo padre” Originalissimo punto di vista. Si dice abitualmente per esprimere la soddisfazione di aver fatto una buona parte di lavoro, di essersi tolti un grosso impegno. Corrisponde al parmigiano “E vón !…”
Leggi di piùCiapàr l’azìi = L’azìi ( il suono della z è la s di rosa) è traducibile con il termine “assillo”. L’assillo è una varietà di mosca che punge il bestiame. Le vacche, infastidite da qualche insetto oppure agitate da qualche motivo noto solo a loro, cominciavano a dar segni di allarme, ad alzare la coda… […]
Leggi di piùFar Faraòst. Il pranzo di festeggiamento che veniva offerto ai muratori dal padrone della casa, quando si arrivava alla copertura del tetto: i lavoratori fissavano sul culmine un’asta con la bandiera e, da quel momento, il padrone era tenuto ad offrire il pranzo. Deriva da una antichissima usanza lombarda. Un tempo si fissava sul punto […]
Leggi di piùLa chiastra di san Benedetto fa parte dei salti dei diavolo, suggestiva emergenza geologica visibile nella val Baganza legata a numerose leggende. Il diavolo avrebbe lasciato traccia dei propri artigli sulla roccia, che mostra ben visibili lunghi solchi incisi sulla sua superficie, originatisi a seguito di fenomeni erosivi naturali.
Leggi di piùIl cimitero vecchio di Beduzzo, insieme alla chiesa, si trova sull’antico basamento murario su cui sorgeva il Castello di Beduzzo, raffigurato tra i castelli rossiani nella Camera d’Oro di Torrechiara. Quando l’ho visto per la prima volta era ottobre, la porticina di accesso nel muro di cinta, era incoronata di grappoli d’uva nera, e bisognava […]
Leggi di piùA Roccaprebalza, borgo antico vicino Berceto, è osservabile una strana e curiosa casa in pietra semi-abbandonata, che la tradizione locale indica come antics residenza di una fata
Leggi di piùIl cosiddetto “Ponte Romano” di Corniglio è un antico e suggestivo ponte in pietra vicino a Corniglio. Il monumento è percepito dagli abitanti del luogo come uno delle costruzioni più vecchie della montagna
Leggi di piùImbidare = (italiano: imbovinare ) L’aia su cui si batteva il frumento poteva essere lastricata con lastre di sasso grandi e lisce. Per battere il frumento però era necessaria una superficie piana e uniforme. Allora si “imbidava” il suolo. Il letame delle vacche, ( quello dei buoi era migliore, per questo uso), in dialetto “bida”, […]
Leggi di piùImbidare = (italiano: imbovinare ) L’aia su cui si batteva il frumento poteva essere lastricata con lastre di sasso grandi e lisce. Per battere il frumento però era necessaria una superficie piana e uniforme. Allora si “imbidava” il suolo. Il letame delle vacche, ( quello dei buoi era migliore, per questo uso), in dialetto “bida”, […]
Leggi di piùI Santi Lucio e Amanzio sarebbero stati male accolti dalla popolazione di Corniglio, pertanto avrebbero predetto di come in futuro il paese sarebbe stato distrutto da una frana. Anni fa una frana creo molti danni al paese, pertanto in molti hanno ripensato a questo antico monito
Leggi di piùSunàr la lümàga = La lümaga è una grossa conchiglia (Tritone) che suona come una tromba. Oltre che per riunire il bestiame da portare al pascolo, si usava per avvisare la gente che si trovava nei campi di qualche avvenimento. Era un uso precedente alla cristianizzazione, che fu poi soppiantato dal suono delle campane. Raccontava […]
Leggi di piùRivestimenti, pitture e decorazioni Non esistevano ancora gli attuali battiscopa: gli zoccoli sul muro si dipingevano; si usava mescolare semplice fuliggine alla calce e così si otteneva un bel nero, o un marrone scuro molto adatto. Per segnare una riga dritta sulla parete si usava una corda sporcata di fuliggine e tesa con due chiodini. […]
Leggi di piùLa Caterina, a quattordici anni, andò par coidóra a Sivizzo. ( cioè a Sfìss) Un benestante del paese, proprietario di grandi estensioni di castagneto, aveva messo insieme una squadra di ragazze per “la campagna delle castagne”, come diremmo oggi. Dovevano raccogliere, seccare, sbucciare e il lavoro durava un mese . In cambio ricevevano vitto, alloggio […]
Leggi di piùPoteva esserci una pastasciutta in tavola a mezzogiorno, ma la sera era sempre una minestra di verdura. Meglio se era “pasta da gràs”, cioè con la pestata di lardo e verdure fresche e una puntina di conserva. La pasta era fatta in casa, con poche uova o senza, ed erano tagliatelline o maltagliati. La minestra […]
Leggi di piùLe Segnature : I medici erano lontani, spesso occupati, non c’erano soldi per le medicine. Nel paese c’era però sempre una serie di figure che conoscevano antiche usanze di medicina popolare, per intervenire nei confronti di alcune malattie. Si trattava di formule segrete e gesti di “segnatura”, sulla parte malata. Si potevano segnare le scottature, […]
Leggi di piùIl telaio che ‘abita e lavora’ in una stanza del Museo Uomo Ambiente di Bazzano (PR) narra una lunga storia iniziata probabilmente nel 1800. E’ forte, il suo legno ha resistito a decenni passati, smontato, in un fienile abbandonato. Poi la nuova vita. Ogni parte ha ritrovato il suo posto: i subbi, i licci, i […]
Leggi di piùLa Villa del Fulcino è una delle dimore storiche del paese, l’unica rimasta a San Polo di Torrile (PR), citata anche nel volume “Le ville parmensi” di Lodovico Gambara. Costruita dai conti Giacobazzi Mazzari Fulcini all’inizio del diciannovesimo secolo, fu acquistata in seguito dal marchese Giuseppe Mischi ed oggi dopo vari passaggi è di proprietà […]
Leggi di piùSi tratta di un grande edificio che sorge nell’omonima frazione del comune di Sorbolo, in provincia di Parma, costruito a partire dal Maggio del 1800 come grangia del monastero cistercense di San Martino dei Bocci, successivamente confiscato e rimaneggiato nei secoli, ora abbandonato. Il fabbricato presenta diversi elementi di pregio, tra cui una cappella interna […]
Leggi di piùUn teatro che oggi ha ridato vita ad un piccolo paese con una stagione teatrale meravigliosa ma che è soprattutto un unicum architettonico sia per il palco decentrato (caratteristica piuttosto strana per un teatro) sia perchè accoglie al suo interno le statue al monumento a Verdi di Ettore Ximenes recuparate nel greto del torrente Parma […]
Leggi di piùAncora oggi gli abitanti di Fontanelle vengono chiamati zolfarinari; il termine però veniva già usato nel 1832 da Lorenzo Molossi che, descrivendo il paese di Fontanelle, dei suoi abitanti ricorda che molti fanno il mestiere dello “zolfanellaio, e vanno in giro colla lor merce”: da sempre quindi un gruppo di persone che non si adoperano […]
Leggi di piùL’antico Ducato di Parma e Piacenza, insieme a tanti luogo lungo più o meno prossimi al corso del Po, era un’area molto importante per la popolazione ebraica. Se la vita ebraica oggi si svolge solo a Parma, rimangono però nel territorio delle tracce importanti, secolari. Una di queste è il Museo Ebraico Fausto Levi di […]
Leggi di piùE’una maestosa conifera cresciuta sul lato orientale della piazza principale del paese, che ha protetto nei decenni passati il sorgere di amicizie e simpatie tra i ragazzi, mentre ora dà riparo agli anziani che si ritrovano per commentare i fatti locali e lasciarsi andare ai ricordi. Anche se conosciuto come “albero della morte”, per noi […]
Leggi di piùCon la Fésia, gruppo comico dialettale, abbiamo iniziato nel 1980, quando io ho smesso di cantare e recitare con la compagnia “Le Due Valli” di Monchio e Bosco di Corniglio. Fésia significa “feccia”, abbiamo scelto questo nome in modo scanzonato, come dire: “Siamo i peggiori del paese”. Ci trovavamo a casa di mio fratello Giacomino, […]
Leggi di piùI Presepi di Bazzano sono il risultato dello sforzo collettivo di un’intera comunità per costruire qualcosa di bello e gioioso sia per gli abitanti del paese che per le tante persone che ogni anni vanno a vedere i suoi presepi. Grazie a questa iniziativa, inoltre, le persone di Bazzano collaborano insieme, andando a rafforzare i […]
Leggi di piùAnche se non di antichissima tradizione, questo mercato è diventato un appuntamento immancabile della domenica mattina per tantissime persone di Parma e non. Infatti, è quasi impossibile andare al mercato di Traversetolo senza incontrare qualcuno che si conosce. Inoltre, i banchi, alcuni nello stesso posto da sempre, altri nuovi ogni anno, testimoniano nel continuo l’evolversi […]
Leggi di piùVilla Brian e’ situata sul dosso collinare del castello , vi si puo’ accedere da due vie : un viale a tornanti da via Venturini e dalla localitá Marcandrea rasentando il recinto della villa Caumont . La villa e’stata costruita nel primo ‘800 ampliata poi nel 1913. fino a pochi decenni fa la villa era […]
Leggi di piùquesto e’un luogo che per decenni e’stato al centro della vita del paese , autofficina Ugolotti Alide, il primo nella foto è AL MAFO al secolo Mafaldo Branchi aveva un camion ribaltabile e lavorava fisso per i fratelli TAGLIAVINI, IMPRESA DI COSTRUZIONI di Felino, il 2° è Franchino Ghirardi, il 3° Guglielmo (Cacciani?),il 4° Marbini […]
Leggi di piùtutti i bambini degli anni 50-60 sono stati all asilo dalle suore dove oggi c e’il centro civico Amoretti. un luogo nella memoria di tutti
Leggi di piùLa Festa delle Matricole, organizzata dal Ducato di Parma, è la più antica e tradizionale festa del mondo universitario. Attraversando un arco temporale di tre secoli, si svolge tutt’ora nelle settimane intorno alle festività pasquali.
Leggi di piùIstituzione nata alla metà del ‘700, è una delle prime e più importanti accademie italiane. Gli artisti licenziati da questa fucina culturale cambiarono radicalmente il volto della città.
Leggi di piùTradizionale mercato cittadino, in parte riconvertito negli ultimi anni, meriterebbe un approfondimento storico legato ai vari trascorsi della piazza.
Leggi di piùUno tra i monasteri più antichi di Parma, ha al proprio interno suggestive pitture prospettiche e marmi policromi.
Leggi di piùÈ una batadora, serve a rompere la cagliata, si dice anche: “battere il latte”. È di legno di abete, però si può usare anche quello di pero o di melo. È un alberello. Giancarlo, mio marito, quando è a pascolare le pecore nei boschi e trova un alberello che fa al caso suo – l’importante […]
Leggi di piùEra una specie di trapano, chiamato furlón, perché girava avanti e indietro, non a pila naturalmente, era a mano; si usava per fare i buchi e riparare le ciotole di terracotta, chiamate pugnàtt, quando si rompevano: una volta non c’era altro. Io mi ricordo che c’erano quelle dove facevamo i figadètt (fegatini) e anche quelle […]
Leggi di piùSe penso ad un oggetto del cuore, oltre al ferro da stiro che ora ho regalato, come ricordo, a mia figlia Lorenza, mi vengono in mente molti oggetti della cucina. Il vasellame da cucina è sempre stato importante per me perché cucinare era una passione oltre che un dovere! Ricordo tanti oggetti che conservo ancora […]
Leggi di piùDa ragazza mi piaceva molto filare la lana e lavorare a maglia. Il fuso che si usava, di cui ho portato un esemplare a Parma, ha un potere particolare: suscitare in me una piacevole sensazione di calma e serenità. Quando lo osservo tornano alla memoria molti ricordi e spesso davanti agli occhi si delinea la […]
Leggi di piùI luoghi di aggregazione erano le veglie, che si facevano a casa di uno e dell’altro […]. A Pianadetto le veglie si facevano nelle case più che nelle stalle. Io non ci andavo, non avevo tempo, ero così stanca! Alle veglie andavano più che altro gli anziani, che non erano in grado di lavorare. I […]
Leggi di piùQuando frequentavo le elementari gli spazi di aggregazione di noi bambini erano la chiesa, il sagrato e la canonica. I nostri giochi erano “Bandiera”, “Palla prigioniera” e le bocce. Partecipava volentieri anche il nostro parroco don Roberto Ferrari. In canonica andavamo il giovedì a mezzogiorno a pranzo, era la refesion dal prét (la refezione dal […]
Leggi di piùprobabilmente non tutti sanno che dove oggi si trova l ufficio postale in via Bottego, dagli anni 30 c era il municipio del Comune, in epoca fascista con un piano in piu’ ed il consueto balcone, poi piu’ o meno nell’ attuale struttura
Leggi di più1) Quand la ga da ander mel, a va a fer via anca el galenni. (Quando deve andar male anche le galline vanno a depositare le uova a casa d’altri) 2) At conos d’in fonda a l’èra (ti conosco dal bordo dell’aia, da lontano, a significare che capisco dove vuoi andare a parare) 3) Magner […]
Leggi di piùE’ una maestà costruita vicino alla stazione del tram di Felino, fatta costruire da Odoardo (?) Fereoli, per grazia ricevuta dopo essere scampato ad un brutto incidente stradale. L’affresco della Vergine col bambino è stato eseguito negli anni trenta del secolo scorso da Ezio Trevisi, di San Michele Tiorre. Fino ad alcuni decenni fa i […]
Leggi di piùLa leggenda del Castello di Bardi Soleste era la figlia del castellano, innamorata perdutamente di Moroello, comandante delle truppe, il quale ricambiava i medesimi sentimenti. Venne il tempo in cui Moroello partì con i suoi soldati per difendere i confini dello stato; mentre Soleste era solita raggiungere il punto più alto del mastio per avvistare, […]
Leggi di piùAll’interno del Convitto nazionale Maria Luigia, la bellissima Sala dei Giganti accoglie l’affresco della battaglia di Lepanto ad opera di Lattanzio Gambara.
Leggi di piùLa pieve, delicata a San Biagio, risale al 1200 e se ne trovano documentazioni a partire dal 1230. In origine dipendeva dall’ormai scomparso monastero cistercense della Rocchetta, sulle pendici del Monte Prinzera, ed era annessa a un ospizio per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena. Il suo aspetto attuale è da ricondurre a interventi […]
Leggi di piùArroccata in un piccolissimo borgo nell’Appennino, simbolo della resistenza.
Leggi di piùAntico casino di caccia appartenuto ai Sanvitale e poi ai Farnese, ristrutturato dall’architetto Petitot
Leggi di piùLa festa delle matricole è una tradizione universitaria nata per accogliere le nuove matricole nel mondo universitario, flotte di studenti si riversavano per le vie di Parma, in particolare in piazza Garibaldi. Tutt’oggi la manifestazione è perseguita da giovani studenti che promuovono questa tradizione.
Leggi di piùL’Oste Magno è una delle ultime osterie di Parma definibile tale. All’oste si trovano persone di ogni età e provenienza, culture e tradizioni diverse si uniscono, si confrontano e si divertono. Se si visita Parma un bicchiere in questa osteria è d’obbligo, specialmente se si vuole assaporare una tipica bevanda parmigiana come il “mezzo e […]
Leggi di piùQuesta maestà, oggetto di devozione popolare, si trova nella cosiddidetta Casa del Rigoletto (o dl’om sant), un tempo portineria della villa dei conti Caumont Caimi, costruita nel 1870 dalle maestranze dell’impresario edile felinese Lodovico Tagliavini. E’ una pregevole natività in maiolica invetriata che ricorda quelle dei Della Robbia, con la classica cornice di foglie di […]
Leggi di piùUn bel ricordo dell’infanzia, un momento di socialità, era quello della tosatura delle pecore, nell’aia di mia nonna, l’ara di Lorensòn: la faceva la Spozéta, una pastora che adesso non c’è più, ma di cui ho un ricordo nitidissimo. Avrà avuto settant’anni, ma sembrava più vecchia perché era sempre vestita di nero, col fazzoletto in […]
Leggi di piùI vecchi cimiteri di Sauna e di Beduzzo oltre a essere testimonianza di vite e famiglie vissute hanno una atmosfera magica
Leggi di piùDetti anche Amboline o, in dialetto “péss putana” (citati anche nel film Novecento laddove alcune prostitute si concedevano per un po’ di questi pesciolini), si mangiano per la Vigilia assieme all’anguilla. La posizione è indicativa della bassa, genericamente.
Leggi di piùGià esistente nel 1821 la Villa , dotata di un magnifico parco completamente cintato da una lunghissima grande muraglia si estende in parte sulla collina dominata dal castello. Nel 1821 passò in proprietà all impresario AMEDEO Rosazza ( costruttore del teatro regio), dal 1831 fu ceduto al maggiore Conte Francesco Caimi la cui figlia in […]
Leggi di piùAlla fine degli anni 50 il cinema teatro comunale ora sede anche della biblioteca veniva utilizzato anche per matrimoni . Nelle foto del 1959 il matrimonio della fam. lusuardi Giorgio e Ferrari Vanda
Leggi di piùNei pressi dell’Oratorio dei Ss. Giovanni e Paolo nel Comune di Neviano, esiste un pozzo o fossa alimentato da una sorgente profonda. In certi periodi il colore dell’acqua è verderame, qulche anziano della zona raccontava di una vecchia leggenda tramandata da secoli dove in questa fossa erano state gettate le campane dell’antico Oratorio di Ss. […]
Leggi di piùFin dai primi anni del Novecento a Laurano (nel Nevianese) esisteva una miniera di petrolio, ovvero due torri di trivellazione per estrarre idrocarburi. Quando negli anni Trenta del secolo scorso le ricerche vennero sospese a causa di infiltrazioni d’acqua, rimase solo un tubo d’acciaio sporgente nel campo. Il tubo aveva un diametro di circa 40 […]
Leggi di piùMuseo situato nella torre campanaria di Diolo che racconta la storia della bassa grazie ai ricordi evocati dai racconti di Guareschi e dalle musiche del maestro Verdi. Il Centro del Boscaccio è meta di visita sia da parte di appassionati adulti che di vivaci scolaresche.
Leggi di piùLe terme di Lesignano sono state chiuse prima della guerra e la cappella dedicata a San Fermo era l’oratorio delle terme. L’acqua solforosa tutta attorno c’è stata fino dopo la guerra nei pozzi e ancora nei campi esce l’acqua. La cappella era utilizzata come una delle tappe durante le rogazioni di maggio. Le rogazioni coinvolgevano […]
Leggi di piùil macero della Canapa, in dialetto “al mèser” era situato sotto il paese di Lesignano, dove attualmente c’è la discarica. La fontana, che era semplicemente una polla d’acqua di risorgiva, era chiamata “al marianon”, c’era un cespuglio da cui nasceva l’acqua che poi correva nella canaletta di Bannone. Lì a fianco c’era una palude in […]
Leggi di piùErano preghiere che si facevano quando non pioveva in chiesa o nei campi e pregavano per il buon raccolto e soprattutto chiedendo la fine della siccità.
Leggi di piùQuando si vedeva il cielo molto scuro e si temeva che venisse la tempesta si mettevano croci tra i filari con un ramo d’ulivo benedetto e gli anziani andavano nei campi con “al gavèl”, la paletta in ferro usata per le ceneri, si incrociavano a croce due rametti con un pezzo d’ulivo e si incendiavano. […]
Leggi di piùIl Patrono di Lesignano è San Michele, 29 settembre, la cui maestà si trova davanti alla nuova farmacia. Si faceva il giro con la processione all’interno della corte di nostra proprietà, che era di fronte alla maestà ed era molto grande, poi si tornava indietro e si andava in chiesa. Questa processione veniva fatta per […]
Leggi di piùIl ramino montava la tenda nella vecchia piazza (piazza IV novembre) e arrivava con la moglie, era una tenda a punta come quella degli indiani. Credo che arrivasse con un asino. La moglie faceva da custode della tenda e lui faceva il giro del paese per raccogliere i rami da stagnare. Si fermava qualche giorno […]
Leggi di piùLa nostra stalla, costruita nel 1924, era un punto di riferimento perché una delle più grandi e moderne del paese. Un signore, detto il Bibo, era scapolo e d’inverno dormiva e lavorava nella stalla, mentre d’estate dormiva nel fienile perché nella stalla c’era caldo. Mio nonno gli aveva fatto un banchetto su cui potesse lavorare […]
Leggi di piùUn signore che si chiamava Vignali Giuseppe, che abitava a 100m dalla nostra stalla invece d’inverno faceva i cesti e veniva nella nostra stalla a lavorare perché c’era spazio (la stalla era dove c’è la farmacia nuova di Lesignano) e ci lasciava i cesti che non vendeva. D’estate andava a prendere i salici nella Parma […]
Leggi di piùVenivano a piedi da Cervarezza in marzo, quando si imbottigliava, e venivano con una sacchi enormi sorretti da una gerla pieni di tappi di sughero e anche loro si fermavano nella nostra stalla. Appena arrivavano in paese alla domanda “a ghe cul di sugher?” rispondevano “Sì, ma prima bsogna che sintema sian butè ben cui […]
Leggi di piùAnche i molèta, che molavano i coltelli e tutti gli attrezzi da lavoro, come i sugrer venivano da Cervarezza, e venivano i primi anni con una carretta e successivamente con una biciclette. E usavano la nostra stalla come albergo, perché mio nonno li ospitava volentieri e tutti la utilizzavano come punto d’appoggio.
Leggi di piùNel 1795 la famiglia Malori di Campora fece erigere un Oratorio dedicato alla Divina Pastora. Dopo alcuni anni detta famiglia ebbe il permesso di far seppellire alcuni membri (sacerdoti) nel proprio Oratorio. Il permesso autorizzava solo due sepolture, a condizione che tutto fosse fatto secondo le regole previste dal diritto canonico vigente. Nel 1817 la […]
Leggi di piùVisto che le mappe di comunità hanno avuto origine nelle parrocchie, ripenso alle funzioni religiose che ai tempi della mia giovinezza (anni Cinquanta-Sessanta) avevano un ruolo molto importante, non solo per me che facevo il chierichetto: per tutti gli abitanti la vita delle parrocchie era centrale e scandiva il tempo delle giornate. I chierichetti prima […]
Leggi di piùL’apicoltura è sempre stata presente sulle nostre montagne, un tempo però le api erano allevate dentro tronchi cavi in cui venivano praticati alcuni fori per permettere loro di uscire e andare sui fiori, tuttavia il problema era che per prendere il miele l’intero alveare doveva essere ucciso. Con l’introduzione delle arnie e dei telaietti si […]
Leggi di piùIl mio luogo del cuore, oltre all’Alpe, è la Sampa dla mula, una località caratterizzata dalla presenza di massi erratici, ricordo di un antico ghiacciaio, che si trova nei pressi del Lago Squincio, sopra il Pradasc (Prataccio), una torbiera. Il popolo “rigosino” ha battezzato così questo luogo per via di una leggenda. Si narra che […]
Leggi di piùPer mia sfortuna sono nato – il 18 febbraio 1951 – in una famiglia di contadini e così ho preso la passione per le bestie, pecore e mucche. Ho fatto il pastore per un lungo periodo. Poi, visto che non si trovava moglie a fare il pastore, alla fine degli anni Sessanta ho venduto le […]
Leggi di piùGiovannino Guareschi, nato a Fontanelle il primo maggio 1908, è uno scrittore importante i cui primi lavori sono stati fatti sulla base degli scioperi dell’Ardenga di Diolo di quell’anno. Da questi scioperi trae ispirazione e il parroco Don Natale Bernini da cui nasce il personaggio di Don Camillo, doveva tenere a bada Giovanni Faraboli sindacalista […]
Leggi di più25 Novembre cade la festa di Santa Caterina a Diolo di Soragna, patrono della chiesa di Diolo che è rovinata per incuria alla fine dell’Ottocento. Nel 1914 venne fatta la chiesa nuova, intitolata a Gesù Adolescente, e il Cardinale Conforti ne posò la prima pietra, e venne ricordato anche da Guareschi come il “piccolo duomo” […]
Leggi di piùAi Ronchi, fra Diolo e Fontanelle, c’era la risaia, in un campo che è naturalmente più bassa, annaffiata con il Correcchio (ramo del torrente Recchio) e lo Stirone. La strada a lato sostituisce, a partire dall’Ottocento, l’antica via lungo l’argine dello Stirone. Installate perlopiù fra gli inizi del Novecento e gli anni 30 (60 biolche […]
Leggi di piùIl grande fiume e le sue piene sono sempre state importanti per la bassa; tanto importanti non solo per quelli che abitano qui ma anche per coloro che hanno dovuto lasciare questi luoghi. Ad esempio si vede nelle lettere dal fronte dei soldati che scrivevano a casa e si informavano ricevendo le notizie che spesso […]
Leggi di piùIl 13 giugno a Fontanelle si festeggia la sagra sant’Antonio, che si celebrava il giorno preciso, sia che fosse feriale che festivo. Quel giorno si iniziava a mietere il frumento a mano, durante la mattina della sagra. Al passaggio del santo i ragazzi facevano una croce sul selciato della strada; si racconta di uno che, […]
Leggi di piùLa Fiera di San Martino a Fontanelle corrisponde al giorno di San Martino, lo stesso momento i cui tradizionalmente i mezzadri cambiavano podere. Facevano “San Martino” cioè si terminava la stagione agricola e dei contratti. Infatti le mucche erano munte alla mattina da quello che lasciava e alla sera dal nuovo mezzadro.
Leggi di piùNel novembre del 44 a Diolo cadde un aereo mentre mitragliava a terra dei ragazzi zingari che stavano davanti alla chiesa. Nessun ferito ma l’aereo a quota troppo bassa urtò il campanile della chiesa e cadde a terra. Un pezzo dell’ala dell’aereo è ancora presso il campanile della chiesa assieme a una lapide che ricorda […]
Leggi di piùLa gente di Diolo e Samboseto, dopo la fine della guerra, voleva spostare il campanile avvicinandolo alla chiesa. Dopo averlo coperto di paglia e imbrigliato per un tiro di cavalli inziarono l’impresa che chiaramente fu infruttuosa. Per questo fatto i ragazzi di Diolo venivano presi in giro, negli altri paesi nella bassa. Nel campanile ora […]
Leggi di più“per san martén val tant la paja c’me l fén” perché alla fine della stagione agricola il prezzo di paglia e fieno era lo stesso
Leggi di più“chi fa i gnocc par san martén j afari i van sémper ben, faj ben faj mél ag cala 40 dì à Nädal” perché a san martino scadevano i contratti e cosi si divendano anche le mungiture delle vacche. E nella stessa data cambiava anche i casari nei caselli, cosi come ancora si vede nei […]
Leggi di piùSiamo appena dopo la seconda guerra mondiale. In autunno venivano tagliate le viti e veniva caricato sul carro i tralci di viti e portate a casa; passando in centro a Busseto, con il carro agricolo e i buoi, la gente vede cadere un pezzo di tralcio ed essendo quasi sera non lo si nota. Delle […]
Leggi di piùBrodo, 10 tuorli per la pasta, 10 tuorli con un po’ di latte assieme al parmigiano (24/36 mesi). Assieme alla gallina usata per il brodo si formava il pranzo e di norma era il rèzdor che mangiava la coscia della gallina (così come mangiava il cervello del maiale per mantenere la testa in forma).
Leggi di piùI bachi da seta erano allevati nella bassa con grandi piantate di gelsi le cui foglie erano raccolte per essere usate quando i bachi erano ricoverati in casa dove spesso avevano le loro stanze. I gelsi servivano anche per i filari delle viti, per i quali si usavano anche gli olmi. Le piante poi proteggevano […]
Leggi di piùSi tratta di una casa privata che per secoli è stata l’abitazione dell’arciprete di Beduzzo (Comune di Corniglio). Al suo interno si può ancora riconoscere ciò che resta di una torre a pianta quadrata (probabilmente coeva del castello di Beduzzo, ora quasi del tutto scomparso). Nelle cantine conserva una volta a botte. E’ attualmente in […]
Leggi di piùIn ogni paese la festa popolare è un ricordo intenso, ma, per me cittadino acquisito di Fontanellato, la cuccagna con l’albero unto sul fossato della Rocca e tutto il paese a incitare i giovani concorrenti è stata una rivelazione che ricordo con piacere. Dovremmo conservare questa memoria e non confinarla solo nelle foto di qualche […]
Leggi di piùSulla bontà del tosone, la rifilatura della forma di formaggio appena estratta dalla caldera, che veniva sempre data ai bambini. Anche lui, da piccolo, ogni pomeriggio alle 5 andava, contro il parere dei genitori, nel caseificio attiguo alla Rocca (dove ora c’è il Museo del Parmigiano Reggiano) per andare a mangiare un po’ di tosone.
Leggi di piùVOGLIA DI LIBERTÀ (racconto autobiografico). Dopo giorni di maltempo, i due ragazzi possono finalmente rimettersi in bicicletta e riprendere le escursioni tra pianura e collina. Durante il ritorno giungono a ridosso dell’argine dello Stirone con l’intento di attraversare la ‘punžèlla’, la passerella che collega le due sponde.. Il fiume gonfio di pioggia sta per superare […]
Leggi di piùNegli anni 30 fu costruita la piazza in paese ed edificato il municipio ancora oggi funzionante
Leggi di piùsentiero, a suo tempo segnalato dal CAI e che permette un rapido accesso dalla val Termina di Torre alla parte alta di quest’ultima località, di enorme interesse naturalistico, con caratteristiche paesaggistiche, vegetali e faunistiche uniche nel suo genere, purtroppo da tempo abbandonato e frequentato ormai solo da cacciatori di cinghiali, che meriterebbe invece di essere […]
Leggi di piùFesta di Santa Rita si teneva la prima domenica dopo il giorno dedicato alla Santa, la processione partiva dalla chiesa di Mediano e arrivava alla località Mediano-Piazza per poi tornare indietro, con la statua della Santa in processione. La festa si affermò negli anni ’40 fino ai primi anni ’90 e coinvolgeva tutti i paesi […]
Leggi di piùa fine anni ’40 e inizi anni ’50 prima del giorno dei morti venivano pulite le tombe da un signore del posto e successivamente tutte le famiglie andavano ad ornare le proprie sepolture. Una tomba però rimaneva sempre disadorna perché era la sepoltura di un tedesco che era stato ucciso in loc. la Pioppella a […]
Leggi di piùIl pozzo, ancora presente, in località il Monte di Mediano appena dopo la guerra era il punto di riferimento per l’acqua potabile ma siccome in periodi di siccità c’era poca acqua ci si era organizzati con orari per l’approvvigionamento. La proprietaria del bar vicino al pozzo ad alcuni orari accordati suonava la lumaca e tutti […]
Leggi di piùIn località la Croce è presente una croce di legno, posta sul sentiero che da Mediano porta a Scurano, la leggenda dice che un viandante trovatosi in questo crocevia, fosse stato sorpreso da tre briganti che dopo averlo derubato lo uccisero a botte. Da allora la gente del posto ha eretto una croce a sua […]
Leggi di piùLa leggenda vuole che sulla cima del Monte Acuto di Mediano, ci fosse sepolto un tesoro. Si dice che non si dovesse parlare del tesoro per tutta la ricerca, una persona che durante le ricerche ne parlò, trovò carbone al posto del tesoro. Attualmente sulla punta del monte, dalla conformazione piramidale, c’è una piccola fossa […]
Leggi di piùC’è un detto popolare che dice “A Supian nella lombardia c’è il tesoro più grande che ci sia”. La località è situata nei pressi dell’attuale cimitero di Ceretolo.
Leggi di piùUn personaggio emblematico del territorio del primo dopoguerra veniva chiamato Vico, faceva il carbonaio utilizzando i legni di castagno sul monte dietro al paese di Mediano. Il suo nome era Pettenati Ludovico, di origine di Monchio di Sasso, era un uomo la cui caratteristica principale era la forza e la sporcizia e sono innumerevoli i […]
Leggi di piùBerceto è, dai tempi antichi, luogo di passaggio di uomini e merci. Da Berceto hanno transitato imperatori, pellegrini, commercianti e banditi poiché il borgo è situato in una delle vie di attraversamento più facilmente percorribili dell’Appennino Tosco Emiliano. Il borgo è situato a pochi chilometri dal Passo della Cisa, valico di collegamento tra l’Emilia e […]
Leggi di piùLa festa del Voto a Berceto è la festa più importante per la comunità. Si celebra il 2 luglio ed è una festa che ha origini religiose, ma anche in un certo senso “civili”. Si narra che presso il Passo della Cisa, un giorno due contadini (uno bercetese e uno lunigianese) durante il processo di […]
Leggi di piùNel bercetese molte famiglie possiedono soprannomi, talvolta quelle famiglie danno nome ai luoghi del paese e dintorni. E’ il caso dei Luvét, i Lovetti, che diedero il nome ad un luogo in paese che si chiama “la corte dei Lovetti”. “Lovetti” era così chiamato un ramo della famiglia Lucchi, che vivevano appunto alla corte (luogo […]
Leggi di piùI soprannomi a Berceto sono tanti e sono tramandati alle persone di generazione in generazione. Questi sono soprannomi che definiscono ancora oggi interi ceppi familiari e tutt’ora ne vengono assegnati dei più disparati e creativi che probabilmente rimarranno alle generazioni future. E’ questo il caso dei soprannomi “Fritéla” e “Dendòr”, tra i più conosciuti, che […]
Leggi di piùsi tratta della più antica fabbrica di orologi a pendolo nel parmense.
Leggi di piùè il più antico mulino sul Canale della Spelta. Storicamente è documentato dal 1300 e ha caratterizzato l’economia della località Guardasone.
Leggi di piùè un esempio ancora ben conservato (nonostante i recentissimi lavori di ristrutturazione cui è stata sottoposta)di una casa torre fortificata, con una struttura databile alla fine del Cinquecento o agli inizi del Seicento, che aveva precipua funzione di avvistamento per il controllo del territorio, essendo in collegamento visivo con il castello di Rossena e le […]
Leggi di piùè il più importante affioramento di questo genere della provincia di Parma, censito come zona da salvaguardare da parte della Regione Emilia-Romagna, un tempo largamente conosciuto e frequentato, attualmente, dopo essere diventato di proprietà privata, del tutto abbandonato
Leggi di piùIl cippo del Monte Fuso è un punto di riferimento per tutti i paesi che gravitano attorno al monte più alto del Comune di Neviano degli Arduini. Eretto nel 1900 è da allora meta di celebrazioni religiose dedicate alla Madonna dell’Alpe ma soprattutto punto di riferimento per passeggiate e pic-nic non solo dai paesi vicini […]
Leggi di piùIl cavallo pesto è una tradizione culinaria peculiare di Parma, a cui tutti i parmigiani sono affezionati, in particolare si mangia volentieri il sabato a pranzo (meglio se con la concia)
Leggi di piùL’antica fontana nella piccola frazione di Casola è il punto di riferimento dove tutti i pochi abitanti, io stesso da bambino e tutt’ora, si incontrano. E’ un po’ la piazza di questo piccolo paesino.
Leggi di piùIl Borgo di Casacca è un piccolo centro dell’appennino, situato nel comune di Berceto, anticamente abitato oggi interamente privato e inaccessibile al pubblico. Per molto tempo è stata meta di passeggio per molti abitanti della frazione di Ghiare (soprattutto giovane). Vorrei sensibilizzare gli amministratori sulla necessità di avviare una proficua trattativa coi proprietari al fine […]
Leggi di piùBivacco al lago Scuro in alta Val Parma È stato per diverse volte la metà delle escursioni in montagna quando ero bambino. Da quelle prime escursioni nacque un grande interesse verso i monti che , nonostante siano passati oltre 50 anni, è più vivo che mai
Leggi di piùIl Borgo di Casacca è un piccolo centro dell’appennino, situato nel comune di Berceto, anticamente abitato oggi interamente privato e inaccessibile al pubblico. Per molto tempo è stata meta di passeggio per molti abitanti della frazione di Ghiare (soprattutto giovane). Vorrei sensibilizzare gli amministratori sulla necessità di avviare una proficua trattativa coi proprietari al fine […]
Leggi di piùL’ex fornace Marchino è un manufatto costruito nel 1911-12 destinato alla produzione di cemento Lo stabilimento fu edificato sfruttando il dislivello del versante destro del Taro, all’altezza di Ghiare di Berceto. Il complesso, che iniziò la produzione negli anni seguenti, era costituito da quattro forni caratterizzati da alte ciminiere (ne sono rimaste solo due). La […]
Leggi di piùLa chiesa della Madonna della Canala sorge in Varsi, isolata, lungo la Strada Comunale, priva di sagrato, con orientamento Est-Ovest. La facciata barocca a vento è coronata da un frontone curvilineo, con cornice modanata in cotto.
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