• Luoghi Rimagna

    I rifugi della popolazione di montagna durante i rastrellamenti del luglio ’44

    Durante il rastrellamento dei primi di luglio del 1944, la mia famiglia aveva ospitato a Pianadetto un ebreo, nella parte della casa appena sotto o stréd, la soffitta, chiamato o stradèl, basso con una finestrina che dava sull’albergo. Davanti alla porta avevamo messo una vetrina perché non si aprisse. Il suo nome non lo sapevamo, forse gli anziani lo conoscevano; io ero poco più di una bambina, mi ricordo che l’abbiamo ospitato e gli abbiamo dato da mangiare, il nostro stradèl per lui era un rifugio comodo, noi non ci siamo fatti troppe domande. Durante i rastrellamenti, c’erano dei rifugi nelle soffitte o nelle stalle, per esempio ce n’era uno nella stalla di Michelangelo: se li erano preparati i partigiani; mio fratello, Egeo Lazzari, era uno di loro, anche se non era proprio un combattente. Lui non voleva stare nascosto, ma noi l’avevamo costretto e gli facevamo la guardia. L’avevamo sistemato nella ca’ di Lazre, in un punto sopra il cucinino con un suo amico di Brescello; ma lui non ci voleva stare, veniva giù, si affacciava alla finestra per vedere cosa succedeva. Durante i rastrellamenti, io ero piccola, non mi lasciavano uscire, stavo sempre in casa coi miei genitori e dovevamo tenere a bada mio fratello Egeo; però ho sentito che le ragazze del paese si erano messe il letame in faccia per imbruttirsi perché avevano paura di essere violentate dai tedeschi. I tedeschi sono venuti due volte, a luglio i partigiani non erano ancora ben organizzati e si sono nascosti alla bell’e meglio; quando sono tornati a novembre, invece, avevano tutti i loro rifugi. Hanno fatto più del male verso Riana e Casarola perché là c’erano tanti cacciatori e i tedeschi, trovando i fucili e le armi, pensavano che fossero dei partigiani e ne hanno uccisi tanti. In realtà i partigiani stavano a Rigoso, tra loro c’era anche mio fratello; mio papà non era per niente d’accordo che fosse coi ribelli, quando andavamo a Rigoso, mio fratello gli diceva: “Papà, stà calme” (Papà, stai calmo). Egeo ci ha sempre fatto tribolare. Alla Trincera ho assistito a uno scontro a fuoco tra partigiani, allora si andava a piedi, noi passavamo di lì e ci hanno fermato, ho visto che si ammazzavano [probabile riferimento all’omicidio di Evaristo Allegri “Truck”, ad opera di Gianni Di Mattei “Juan”, 28 maggio 1944]. Quando poi ci hanno lasciato andare, abbiamo fatto le gronde molto alla svelta.

    […] Nei giorni del rastrellamento di luglio a Rimagna, mia mamma mi ha raccontato che mio nonno ’Ristide (Aristide) aveva circa vent’anni e si era nascosto, con altri giovani, nel fienile della stalla a ca’ di Lorensòn, vicino a ca’ d’Orasi, avevano fatto un tunnel nel fieno e avevano ricavato un rifugio lì. Ci sono rimasti alcuni giorni, poi mio nonno ha detto: “No, io ho troppa paura, non mi fido a stare qua, se i tedeschi arrivano cominciano a tastare il fieno, ci trovano e ci mitragliano. Moriamo qua dentro, facciamo la fine del topo. Io scappo, mi do alla macchia!”. Assieme a lui sono partiti il Nello e il Cocco di Rimagna. Si sono
    ritrovati con altri giovani al Padu’ ’d Ŝima, era notte. Inizialmente hanno visto dei lumicini, forse delle sigarette. Sperando che non si trattasse di tedeschi, si sono accesi anche loro la sigaretta e hanno iniziato a scambiarsi dei segnali nella notte. Dopo lo scambio di questi segni, si sono avvicinati e si sono riconosciuti: erano altri giovani della zona, scappati come loro dai rastrellamenti. Attraversando l’Enza, sono passati nel reggiano, ma dopo qualche tempo, non sapendo bene come muoversi e non avendo contatti nella zona, hanno fatto ritorno al paese, per essere più vicini alle loro famiglie. Arrivati sul monte Palerà, procedevano con molta cautela, temendo che i tedeschi potessero avvistarli. Hanno avvicinato una donna, Anna Mavilla, che era stata mandata lassù dalla madre a pascolare le mucche; cercando di non spaventarla, le hanno chiesto da mangiare e l’hanno pregata di avvertire i loro famigliari. L’Anna ha fatto come le hanno chiesto e il giorno dopo è tornata su al Canalasc, dove c’è una grotta con una crepa scavata da un canale, in cui han nascosto il cibo per mio nonno e i suoi compagni. Per diversi giorni hanno continuato in questo modo. Altri giovani si erano ricavati dei nascondigli nelle case, ad esempio nella vota ’d ’Linto sotto il tavolo avevano scavato un tunnel che portava nelle cantine, coperto da un piagnòn (pietra) che, all’occorrenza, veniva spostato. Oppure lo zio Augusto, fratello di mio papà, era nascosto nella stalla, gli avevano fatto un buco nell’oldamara, sott al vdèll (letamaio, sotto il vitello) e quando il vitello faceva i suoi bisogni… pioveva! Ma meglio gli escrementi del vitello che essere catturato dai tedeschi e deportato in Germania.

    [testimonianze di Emi Lazzari e Domenica Dalcielo tratte da “Mappe di comunità di Monchio delle Corti e Palanzano – Scuola di Palamonchio (I.C. Corniglio) a.s. 2016-2017]

    Informazioni aggiuntive

    Categoria

    Luoghi

    Comune

    Rimagna

    Indirizzo

    Rimagna, Monchio delle Corti

    Inviato da

    Irene Sandei
     

    I rifugi della popolazione di montagna durante i rastrellamenti del luglio ’44

    Rimagna, Monchio delle Corti
  • FAQ

    Cosa posso segnalare?

    Puoi segnalare tutto ciò che ritieni culturalmente importante e che secondo te identifica il territorio e la comunità parmensi. Il bene segnalato può essere di natura materiale (un immobile, oggetti d’uso quotidiano, giochi…) oppure immateriale (leggende, canti tradizionali, riti…). Il bene non deve avere necessariamente un valore storico-artistico e turistico, ma deve essere espressione di un valore nel quale la comunità parmense si riconosce.

    Che cos’è un’eredità culturale?

    È un insieme di beni, oggetti, tradizioni, melodie, paesaggi, percorsi che rappresentano la realtà che ci circonda e che ci porta a volerlo condividere con gli altri membri della comunità a cui si è vicini e legati.

    Cosa si intende con “comunità patrimoniale”?

    Con comunità patrimoniale s’intende un gruppo di cittadini che vuole sostenere, con pubbliche azioni, un patrimonio culturale ritenuto degno di essere trasmesso alle future generazioni.

    Perché partecipare?

    Partecipare come individui, all’ interno di una realtà territoriale concreta, per segnalare i beni e l’eredità culturale nei quali vi rispecchiate e che vorreste salvaguardare.

    Cosa sperate di ottenere?

    Speriamo di ricavarne un vero e proprio inventario che permetta di salvaguardare tutti quegli aspetti/elementi identitari che caratterizzano ogni comunità del territorio parmense. Grazie al vostro contributo e grazie alla possibilità di geolocalizzare il bene segnalato sarà, inoltre, possibile realizzare mappe sovrapponibili; da tali mappe emergerà una visione concreta della dislocazione di tutti gli elementi segnalati.

    Come vengono trattati i miei dati?

    I dati personali saranno visibili unicamente dal gestore del sito e non saranno consultabili dagli utenti che accederanno alla piattaforma al fine di inserire una propria segnalazione. Tali dati verranno trattati dall’ente gestore nel rispetto scrupoloso delle norme vigenti sulla privacy.

    Come faccio a caricare una fotografia, un audio o un video?

    Nella sezione 5 del modulo, trascinare i file nell’apposito form direttamente dal proprio computer oppure cliccare sul bottone “Seleziona i file” e sceglierli attraverso l’apposita finestra di dialogo.

    Posso segnalare un elemento culturale riguardante un territorio differente dal luogo di mia residenza?

    Certamente è possibile segnalare ciò che si ritiene faccia parte del proprio bagaglio culturale, al momento l’unico limite territoriale è posto entro i confini della provincia di Parma.

    È possibile fare una segnalazione in forma anonima?

    Non è possibile fare una segnalazione anonima poiché non rispecchia la finalità di questo progetto, ovvero l’avvio di comunità patrimoniale intesa come insieme di persone riunite attorno/attraverso un elemento comune e che ne definisce in qualche modo l’identità.

    Come posso inserire dati che ho raccolto nel tempo da altre persone che me le hanno raccontate?

    È sufficiente compilare il modulo per il numero di volte quanti sono i contributi da inserire.

    È possibile fare una segnalazione che vale per più persone?

    Sì, basta compilare il modulo un’unica volta e inserire nei dati personali il nome del gruppo o dell’organizzazione o, in alternativa, il nome e cognome di un singolo rappresentante del gruppo.

    Chiunque può inserire oggetti patrimoniali o solo i residenti in provincia di Parma?

    Chiunque, ma gli oggetti patrimoniali segnalati devono fare riferimento esclusivamente a Parma e provincia.

    Come posso geolocalizzare un bene che copre un areale vasto?

    In questa circostanza, come per esempio un racconto diffuso in una intera valle, piuttosto che una ricetta tipica di un intero comune o più comuni, sarà sufficiente inserire il luogo che si ritiene più pertinente e specificare nel campo libero, dedicato al racconto, l’areale interessato.

    Chi approverà o meno i contenuti che verranno inseriti? Con che criterio?

    I contenuti verranno approvati da un team di esperti che analizzeranno le proposte e le segnalazioni fornite dai cittadini.

    Dopo quanto tempo i contenuti saranno visibili online?

    Tutti i risultati del progetto verranno pubblicati periodicamente dopo la verifica del team di esperti.

    La raccolta di dati è finalizzata a un progetto già definito da attuare sul territorio?

    La raccolta dei dati è finalizzata alla realizzazione di un archivio – un database, visualizzabile anche su mappe, attraverso Gis – che verrà messo a disposizione delle comunità stesse, così come delle amministrazioni locali, affinché da questi dati possano scaturire iniziative, eventi, incontri volti alla loro valorizzazione.