IL TABACCO E LE TABACCHINE:
Quando accendete un sigaro, si riaccende la memoria di un passato ormai lontano che coinvolse la partecipazione lavorativa femminile nelle campagne emiliane del dopoguerra: Le tabacchine.
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Marco Minardi, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma e storico dell’Emilia contemporanea, rende loro omaggio nel suo libro “Stanche come gli asini cantavamo come i merli, storie di tabacchine”.
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Un lavoro arduo e stremante ma che ha contribuito alla storia del lavoro femminile nonché alla formazione della mentalità e dell’identità di una generazione di donne della Bassa Parmense, preludio di una grande trasformazione economica e sociale che vide l’entrata delle donne nelle fabbriche durante il cosiddetto periodo del “boom” negli anni Sessanta.
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Una delle tante donne parmensi a cui l’autore dà voce è una nostra compaesana soragnese, Giulia Farina che pur abitando in paese, giovanissima entrò a lavorare nei campi e nella filanda per sostenere la famiglia; come scrive l’autore, fu soprattutto nella raccolta delle foglie che provò il disagio del lavoro nei campi, lei, figlia di un fornaio:
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“Avevo 13 anni quando ho iniziato a lavorare, ero la più piccola, ero la più piccola del gruppo, anni brutti ma anche belli.
Andavo alla scuola d’avviamento quando mi hanno tenuta a casa perché ha cominciato ad ammalarsi mio padre. Mio padre faceva il fornaio, lo ha fatto per 40 anni. Quando ha smesso di lavorare è andato al cimitero. Ha finito in marzo e il 7 luglio lo abbiamo sepolto.
La vita da tabacchina, per chi come me non era mai stata in un campo, perché io abitavo in paese e non ero abituata ad andare in mezzo ai campi, è stata dura. Sono andata, mi sono adattata, giustamente per aiutare la mia famiglia perché lavorava solo mia madre… faceva tendaggi, trapunte, cose cosi’, mentre mia sorella, un anno più vecchia di me lavorava con mia madre.
Io non ho voluto imparare il mestiere di mia madre perché non riuscivo a stare seduta! e allora sono andata a lavorare al tabacco. Andavo a Diolo, all’Ardenga, e mi sono trovata sempre bene”.
Fonte del testo: Marco Minardi “Stanche come gli asini cantavamo come i merli, storie di tabacchine”
Foto dal sito: http://storievoltidonne.visitaltavalleumbria.it/approfond…
Puoi segnalare tutto ciò che ritieni culturalmente importante e che secondo te identifica il territorio e la comunità parmensi. Il bene segnalato può essere di natura materiale (un immobile, oggetti d’uso quotidiano, giochi…) oppure immateriale (leggende, canti tradizionali, riti…). Il bene non deve avere necessariamente un valore storico-artistico e turistico, ma deve essere espressione di un valore nel quale la comunità parmense si riconosce.
È un insieme di beni, oggetti, tradizioni, melodie, paesaggi, percorsi che rappresentano la realtà che ci circonda e che ci porta a volerlo condividere con gli altri membri della comunità a cui si è vicini e legati.
Con comunità patrimoniale s’intende un gruppo di cittadini che vuole sostenere, con pubbliche azioni, un patrimonio culturale ritenuto degno di essere trasmesso alle future generazioni.
Partecipare come individui, all’ interno di una realtà territoriale concreta, per segnalare i beni e l’eredità culturale nei quali vi rispecchiate e che vorreste salvaguardare.
Speriamo di ricavarne un vero e proprio inventario che permetta di salvaguardare tutti quegli aspetti/elementi identitari che caratterizzano ogni comunità del territorio parmense. Grazie al vostro contributo e grazie alla possibilità di geolocalizzare il bene segnalato sarà, inoltre, possibile realizzare mappe sovrapponibili; da tali mappe emergerà una visione concreta della dislocazione di tutti gli elementi segnalati.
I dati personali saranno visibili unicamente dal gestore del sito e non saranno consultabili dagli utenti che accederanno alla piattaforma al fine di inserire una propria segnalazione. Tali dati verranno trattati dall’ente gestore nel rispetto scrupoloso delle norme vigenti sulla privacy.
Nella sezione 5 del modulo, trascinare i file nell’apposito form direttamente dal proprio computer oppure cliccare sul bottone “Seleziona i file” e sceglierli attraverso l’apposita finestra di dialogo.
Certamente è possibile segnalare ciò che si ritiene faccia parte del proprio bagaglio culturale, al momento l’unico limite territoriale è posto entro i confini della provincia di Parma.
Non è possibile fare una segnalazione anonima poiché non rispecchia la finalità di questo progetto, ovvero l’avvio di comunità patrimoniale intesa come insieme di persone riunite attorno/attraverso un elemento comune e che ne definisce in qualche modo l’identità.
È sufficiente compilare il modulo per il numero di volte quanti sono i contributi da inserire.
Sì, basta compilare il modulo un’unica volta e inserire nei dati personali il nome del gruppo o dell’organizzazione o, in alternativa, il nome e cognome di un singolo rappresentante del gruppo.
Chiunque, ma gli oggetti patrimoniali segnalati devono fare riferimento esclusivamente a Parma e provincia.
In questa circostanza, come per esempio un racconto diffuso in una intera valle, piuttosto che una ricetta tipica di un intero comune o più comuni, sarà sufficiente inserire il luogo che si ritiene più pertinente e specificare nel campo libero, dedicato al racconto, l’areale interessato.
I contenuti verranno approvati da un team di esperti che analizzeranno le proposte e le segnalazioni fornite dai cittadini.
Tutti i risultati del progetto verranno pubblicati periodicamente dopo la verifica del team di esperti.
La raccolta dei dati è finalizzata alla realizzazione di un archivio – un database, visualizzabile anche su mappe, attraverso Gis – che verrà messo a disposizione delle comunità stesse, così come delle amministrazioni locali, affinché da questi dati possano scaturire iniziative, eventi, incontri volti alla loro valorizzazione.