Un bel ricordo dell’infanzia, un momento di socialità, era quello della tosatura delle pecore, nell’aia di mia nonna, l’ara di Lorensòn: la faceva la Spozéta, una pastora che adesso non c’è più, ma di cui ho un ricordo nitidissimo. Avrà avuto settant’anni, ma sembrava più vecchia perché era sempre vestita di nero, col fazzoletto in testa e, nonostante la sua età, era molto attiva. Usava il grasso di pecora anche come rimedio per le ragadi: una volta aveva sentito che una signora di Trefiumi che stava allattando aveva questo problema ed era partita a piedi per portarglielo. Era molto generosa. Oltre che vederla all’opera durante la tosatura, a me piaceva andare a casa sua perché mi raccontava molte storie, non solo quella “classica” del bafardèl, ma anche diverse storie di paura. La Spozéta era una persona molto religiosa, si faceva sempre il segno della croce prima di entrare in casa e diceva sempre il rosario prima di iniziare i suoi racconti; io ero impaziente, ma lei iniziava solo dopo aver terminato la recita di tutte le preghiere. I suoi racconti mi affascinavano. Per esempio mi raccontava di quella volta in cui aveva scorto davanti a casa sua una signora, morta anni prima: lei era incredula, ma era sicura di averla vista entrare in un capannone. Il particolare strano era che la misteriosa donna non aveva lasciato orme sulla neve. Allora la Spozéta si era vestita, era uscita di casa per seguirla, ma all’improvviso questa era misteriosamente sparita.
Un’altra storia era quella della Riscina, una signora che era morta e aveva lasciato il marito con sette figli; era inverno, lui era partito per svernare in pianura e aveva portato con sé la figlia più piccola. La sera non riusciva a mettere al riparo le pecore, non capiva il motivo per cui le bestie non volessero entrare; perciò era entrato a sua volta nella stalla e aveva scorto una donna. Non capiva chi fosse, allora era entrata anche la sua bambina e la misteriosa figura l’aveva accarezzata sulla testa e la bambina diceva che era la sua mamma. Sono storie un po’ macabre ma a me piacevano tantissimo, mi sono rimaste impresse, infatti me le ricordo ancora.
Puoi segnalare tutto ciò che ritieni culturalmente importante e che secondo te identifica il territorio e la comunità parmensi. Il bene segnalato può essere di natura materiale (un immobile, oggetti d’uso quotidiano, giochi…) oppure immateriale (leggende, canti tradizionali, riti…). Il bene non deve avere necessariamente un valore storico-artistico e turistico, ma deve essere espressione di un valore nel quale la comunità parmense si riconosce.
È un insieme di beni, oggetti, tradizioni, melodie, paesaggi, percorsi che rappresentano la realtà che ci circonda e che ci porta a volerlo condividere con gli altri membri della comunità a cui si è vicini e legati.
Con comunità patrimoniale s’intende un gruppo di cittadini che vuole sostenere, con pubbliche azioni, un patrimonio culturale ritenuto degno di essere trasmesso alle future generazioni.
Partecipare come individui, all’ interno di una realtà territoriale concreta, per segnalare i beni e l’eredità culturale nei quali vi rispecchiate e che vorreste salvaguardare.
Speriamo di ricavarne un vero e proprio inventario che permetta di salvaguardare tutti quegli aspetti/elementi identitari che caratterizzano ogni comunità del territorio parmense. Grazie al vostro contributo e grazie alla possibilità di geolocalizzare il bene segnalato sarà, inoltre, possibile realizzare mappe sovrapponibili; da tali mappe emergerà una visione concreta della dislocazione di tutti gli elementi segnalati.
I dati personali saranno visibili unicamente dal gestore del sito e non saranno consultabili dagli utenti che accederanno alla piattaforma al fine di inserire una propria segnalazione. Tali dati verranno trattati dall’ente gestore nel rispetto scrupoloso delle norme vigenti sulla privacy.
Nella sezione 5 del modulo, trascinare i file nell’apposito form direttamente dal proprio computer oppure cliccare sul bottone “Seleziona i file” e sceglierli attraverso l’apposita finestra di dialogo.
Certamente è possibile segnalare ciò che si ritiene faccia parte del proprio bagaglio culturale, al momento l’unico limite territoriale è posto entro i confini della provincia di Parma.
Non è possibile fare una segnalazione anonima poiché non rispecchia la finalità di questo progetto, ovvero l’avvio di comunità patrimoniale intesa come insieme di persone riunite attorno/attraverso un elemento comune e che ne definisce in qualche modo l’identità.
È sufficiente compilare il modulo per il numero di volte quanti sono i contributi da inserire.
Sì, basta compilare il modulo un’unica volta e inserire nei dati personali il nome del gruppo o dell’organizzazione o, in alternativa, il nome e cognome di un singolo rappresentante del gruppo.
Chiunque, ma gli oggetti patrimoniali segnalati devono fare riferimento esclusivamente a Parma e provincia.
In questa circostanza, come per esempio un racconto diffuso in una intera valle, piuttosto che una ricetta tipica di un intero comune o più comuni, sarà sufficiente inserire il luogo che si ritiene più pertinente e specificare nel campo libero, dedicato al racconto, l’areale interessato.
I contenuti verranno approvati da un team di esperti che analizzeranno le proposte e le segnalazioni fornite dai cittadini.
Tutti i risultati del progetto verranno pubblicati periodicamente dopo la verifica del team di esperti.
La raccolta dei dati è finalizzata alla realizzazione di un archivio – un database, visualizzabile anche su mappe, attraverso Gis – che verrà messo a disposizione delle comunità stesse, così come delle amministrazioni locali, affinché da questi dati possano scaturire iniziative, eventi, incontri volti alla loro valorizzazione.