• Racconto

    La Valle dei Cavalieri tra storia e leggenda

    Si parla tanto di Valle o Valli dei Cavalieri, ma di chi si trattava in realtà? Da vari studi sembra che nell’881 d.C. l’imperatore Carlo III detto il Grosso abbia assegnato al vescovo di Parma Wibodo un feudo molto ampio che comprendeva le vallate del Cedra e dell’Enza, con al centro il villaggio di Lugolo, e insieme Nirone e il castello di Vallisnera. Da ricerche sulla storia delle famiglie parmensi risulta che nella zona vi fossero famiglie con il titolo di visconti: erano tutti i feudatari minori che dipendevano dal conte di Parma e avevano ricevuto da lui delle terre in concessione. Uno di quei nuclei familiari prese il nome dal castello di Vallisnera citato prima: questi signori, che diventarono potenti soprattutto nel XII secolo e a cui si unirono altri visconti, probabilmente furono i primi cavalieri delle valli. L’origine del nome Valle dei Cavalieri risale al Medioevo (T errae Militum – terre dei militari). Dopo il 1000, Palanzano divenne prima feudo di Bonifacio di Canossa e poi di Matilde che esercitò il potere mediante vassalli e diresse maggiori attenzioni verso altre aree. I più potenti signori delle Valli furono i Vallisneri, probabilmente di origine longobarda. I Vallisneri, con il tempo, si divisero in due rami: quello reggiano con centro di influenza in Vallisnera e quello parmigiano signoreggiante a Vairo. I cavalieri diventarono sempre più influenti e acquisirono molti privilegi, come l’esenzione dalle tasse: tutto ciò derivava dalla loro fedeltà al Comune di Parma e dalla loro importanza come milizia armata. Intorno al 1200, però, fra le famiglie dei cavalieri ed il Comune iniziò una serie alterna di ostilità e riappacificazioni. Quando poi Parma passò sotto il controllo dei Visconti, duchi di Milano, nel 1356, le Valli dei cavalieri furono obbligate a sottomettersi al potere giudiziario del Ducato. I Vallisneri reagirono e stipularono con i Visconti una pace che durò a lungo: il vescovo concesse al ramo di Vairo il possesso del fortilizio del Castellaro e altre proprietà e di riscuotere le tasse nel feudo delle Corti di Monchio. Nel 1447, dopo la morte di Filippo Maria Visconti,
    gli anziani del Comune di Parma decisero di tornare alle libertà comunali e di sottomettere i cavalieri e la potente famiglia dei Vallisneri. Il Castellaro venne assediato e la sua caduta fu significativa in quanto rappresentò anche la caduta della famiglia dei Vallisneri. Con la sconfitta di Jacopo Vallisneri, Palanzano passò sotto l’effettivo governo del Comune di Parma. La leggenda lo vuole assassinato da due cavalieri di Monchio, un Cavalli e un Cortesi, che volevano impadronirsi del suo tesoro e impedirgli di organizzare un tentativo di riscossa delle Valli. Jacopo Vallisneri era temuto e considerato invincibile anche grazie al Castellaro, un fortilizio inespugnabile, fatto costruire in posizione elevata nei pressi del Passo del Lupo, sulla mulattiera che collega Lugagnano a Valcieca di cui permangono alcuni resti delle mura.
    La leggenda narra che un giorno, el Castlan, padrone del castello, mentre tornava da un pranzo con due suoi amici di Lugagnano e di Rigoso (che avevano deciso di tradirlo), si fermò a bere alla Fontana Piocioza, una sorgente poco distante dal fortilizio. El Castlan estrasse dalla tasca una tazza d’oro (che portava sempre con sè) per prendere l’acqua dalla sorgente, ma uno dei Cortzan (abitanti delle Corti) che lo accompagnavano lo invitò a fare a meno del prezioso oggetto, argomentando che avrebbe gustato di più l’acqua fresca bevendo direttamente alla fonte. El Castlan accolse il suggerimento e si chinò per dissetarsi; in quel preciso momento, uno dei traditori lo colpì violentemente sul collo con un’arma da taglio, staccandogli il capo con un colpo netto. Ma la testa, pur staccata dal corpo, parve vivere
    I resti delle mura del Castellaro
    ancora qualche secondo sicché, si dice che el Castlan riuscì a chiamare il suo inseparabile grosso, feroce cane nero e gli urlò: “Pelo Moro, volta sottosopra le mie ricchezze, che nessuno se ne impadronisca!”. Il cane fuggì e nessuno lo vide mai più. Da allora Jacopo si aggirerebbe sotto forma di capra bianca tra il Faggeto e il Maria Gallina, a poca distanza dal suo fedelissimo Pelo Moro, un cagnaccio nero come un tizzo d’inferno, entrambi pronti a mettere in fuga gli eventuali cercatori di tesori nascosti. Dalla caduta dei Vallisneri il territorio assunse il nome di Podesteria con sede a Palanzano e le Valli seguirono la storia del Ducato di Parma, prima con i Farnese poi con i Borbone. E la storia continua…

    [testimonianza di Domenica Quaretti tratta da “Mappe di comunità di Monchio delle Corti e Palanzano – Scuola di Palamonchio (I.C. Corniglio) a.s. 2016-2017]

    Informazioni aggiuntive

    Categoria

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    Comune

    Indirizzo

    Palanzano

    Inviato da

    Irene Sandei
     

    La Valle dei Cavalieri tra storia e leggenda

    Palanzano
  • FAQ

    Cosa posso segnalare?

    Puoi segnalare tutto ciò che ritieni culturalmente importante e che secondo te identifica il territorio e la comunità parmensi. Il bene segnalato può essere di natura materiale (un immobile, oggetti d’uso quotidiano, giochi…) oppure immateriale (leggende, canti tradizionali, riti…). Il bene non deve avere necessariamente un valore storico-artistico e turistico, ma deve essere espressione di un valore nel quale la comunità parmense si riconosce.

    Che cos’è un’eredità culturale?

    È un insieme di beni, oggetti, tradizioni, melodie, paesaggi, percorsi che rappresentano la realtà che ci circonda e che ci porta a volerlo condividere con gli altri membri della comunità a cui si è vicini e legati.

    Cosa si intende con “comunità patrimoniale”?

    Con comunità patrimoniale s’intende un gruppo di cittadini che vuole sostenere, con pubbliche azioni, un patrimonio culturale ritenuto degno di essere trasmesso alle future generazioni.

    Perché partecipare?

    Partecipare come individui, all’ interno di una realtà territoriale concreta, per segnalare i beni e l’eredità culturale nei quali vi rispecchiate e che vorreste salvaguardare.

    Cosa sperate di ottenere?

    Speriamo di ricavarne un vero e proprio inventario che permetta di salvaguardare tutti quegli aspetti/elementi identitari che caratterizzano ogni comunità del territorio parmense. Grazie al vostro contributo e grazie alla possibilità di geolocalizzare il bene segnalato sarà, inoltre, possibile realizzare mappe sovrapponibili; da tali mappe emergerà una visione concreta della dislocazione di tutti gli elementi segnalati.

    Come vengono trattati i miei dati?

    I dati personali saranno visibili unicamente dal gestore del sito e non saranno consultabili dagli utenti che accederanno alla piattaforma al fine di inserire una propria segnalazione. Tali dati verranno trattati dall’ente gestore nel rispetto scrupoloso delle norme vigenti sulla privacy.

    Come faccio a caricare una fotografia, un audio o un video?

    Nella sezione 5 del modulo, trascinare i file nell’apposito form direttamente dal proprio computer oppure cliccare sul bottone “Seleziona i file” e sceglierli attraverso l’apposita finestra di dialogo.

    Posso segnalare un elemento culturale riguardante un territorio differente dal luogo di mia residenza?

    Certamente è possibile segnalare ciò che si ritiene faccia parte del proprio bagaglio culturale, al momento l’unico limite territoriale è posto entro i confini della provincia di Parma.

    È possibile fare una segnalazione in forma anonima?

    Non è possibile fare una segnalazione anonima poiché non rispecchia la finalità di questo progetto, ovvero l’avvio di comunità patrimoniale intesa come insieme di persone riunite attorno/attraverso un elemento comune e che ne definisce in qualche modo l’identità.

    Come posso inserire dati che ho raccolto nel tempo da altre persone che me le hanno raccontate?

    È sufficiente compilare il modulo per il numero di volte quanti sono i contributi da inserire.

    È possibile fare una segnalazione che vale per più persone?

    Sì, basta compilare il modulo un’unica volta e inserire nei dati personali il nome del gruppo o dell’organizzazione o, in alternativa, il nome e cognome di un singolo rappresentante del gruppo.

    Chiunque può inserire oggetti patrimoniali o solo i residenti in provincia di Parma?

    Chiunque, ma gli oggetti patrimoniali segnalati devono fare riferimento esclusivamente a Parma e provincia.

    Come posso geolocalizzare un bene che copre un areale vasto?

    In questa circostanza, come per esempio un racconto diffuso in una intera valle, piuttosto che una ricetta tipica di un intero comune o più comuni, sarà sufficiente inserire il luogo che si ritiene più pertinente e specificare nel campo libero, dedicato al racconto, l’areale interessato.

    Chi approverà o meno i contenuti che verranno inseriti? Con che criterio?

    I contenuti verranno approvati da un team di esperti che analizzeranno le proposte e le segnalazioni fornite dai cittadini.

    Dopo quanto tempo i contenuti saranno visibili online?

    Tutti i risultati del progetto verranno pubblicati periodicamente dopo la verifica del team di esperti.

    La raccolta di dati è finalizzata a un progetto già definito da attuare sul territorio?

    La raccolta dei dati è finalizzata alla realizzazione di un archivio – un database, visualizzabile anche su mappe, attraverso Gis – che verrà messo a disposizione delle comunità stesse, così come delle amministrazioni locali, affinché da questi dati possano scaturire iniziative, eventi, incontri volti alla loro valorizzazione.